Emanuele Piccardo. L’arte della longevità

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Franco Mazzucchelli, Riappropriazione, 2018

Villa Croce é ancora al centro del dibattito, con l’amministrazione Bucci che non ha nessuna idea sulla missione attuale e futura. Intanto i quattro dipendenti, compresa la direttrice Francesca Serrati, sono stati trasferiti lasciando museo e collezione in mano alla società Open, già inadempiente nella gestione museale. Purtroppo assistiamo alla inoffensiva azione di collezionisti, galleristi e sponsor, nell’orientare le scelte di politica culturale comunale. Così Vita, Morte, Miracoli. L’arte della longevità, apre il nuovo ciclo di mostre, a cura di Carlo Antonelli e Anna Daneri; un titolo profetico nella speranza che anche il museo possa avere una meritata longevità. La mostra parte dal dato statistico che il 28% di cittadini oltre i 65 anni colloca Genova tra le città più vecchie d’Europa. Su questo si innesta l’invito fatto a Lisetta Carmi, Franco Mazzucchelli, Anna Oberto, Renata Boero, Corrado Levi, Elisa Montessori, Rodolfo Vitone, artisti genovesi o che hanno avuto rapporti con il territorio ligure.

Lisetta Carmi presenta fotografie a colori inedite del viaggio in Messico e Venezuela; una scoperta per chi conosceva i lavori sui travestiti e gli scatti di Ezra Pound nella casa sulle alture di Zoagli. A proposito di Ezra Pound (1955), é il film in 8 mm di Anna e Martino Oberto con Gabriele Stocchi: un itinerario ipotetico nelle varie dimore liguri del poeta americano. Mentre la stessa poetessa visuale Oberto, ricostruisce parte della performance Scritture d’amore. Diario, Cerimonia per Adele H., realizzata nel 1980 a Palazzo Bianco, dove lei era separata dal pubblico da una parete di fili rossi intrecciati, e una serie di fotografie testimoniano le fasi della performance.

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Anna Oberto, Scritture d’amore. Diario, Cerimonia per Adele H., 1980-2018

Diversamente, la matericità di Renata Boero, allieva di Emilio Scanavino, riflette sull’uscire dall’ordine imposto dalla tela, dove telai smontati, tele arrotolate e piegate, attraverso bolliture, immersioni, piegature– rispondono- ad un preciso ordine il cui fine è determinare una scansione cromo temporale che da luogo ad una sorta di pentagramma; così l’opera nasce da queste alterazioni chimiche di elementi naturali. La dimensione effimera si ritrova nel gonfiabile-ventre di Mazzucchelli all’interno di una stanza, in cui i visitatori entrano da una fessura per rimanere coinvolti sensorialmente nello spazio.

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Corrado Levi, Vestiti di arrivati indossati da Corrado, 2015

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Corrado Levi,Andrea Pini, Frankestein, poesia geografica, 1982
Corrado Levi, Gommone chissà, 2017

L’opera più politica é quella di Levi che realizza una poesia geografica dove a ogni paese del golfo della Spezia avevo associato eroticamente dei nomi di persone. In parallelo al dramma in mare dei migranti con un quadro che ritrae un gommone e una fotografia,collocata sul pavimento, dove Levi é ritratto con un vestito di un migrante su cui pone dei mattoni di cemento, frammenti di lapidazione, un dolore dell’artista per la situazione in atto. Il legame con la terra ligure viene enfatizzato dagli artisti Aurelio Caminati e Claudio Costa, con l’esperienza di Monteghirfo (1975-1978) raccontata nella mostra a cura di Francesca Serrati con Michela Murialdo. Caminati e Costa diedero vita, in una casa rurale, ad un nuovo modello di museo, con oggetti della civiltà contadina classificati come reperti archeologici. Esperienza culminata nel 1975 con la performance del controprocesso alla strega Franca Borella condannata a Triora nel 1588, in cui Caminati legge gli atti e attua la sperlengueia, rito pagano per scacciare il malocchio. Dunque la vita contadina viene letta come matrice da cui rifondare l’arte e l’architettura per l’esperienza analoga adottata dall’architetto Mario Galvagni in Val Pora, nell’entroterra di Calice Ligure, e culminata nella ecologia della forma che lui applica alle sue architetture.

[Emanuele Piccardo]