Caterina Tiazzoldi_Toolbox




click on the image

Toolbox è un incubatore professionale ottenuto dalla ristrutturazione di un edificio industriale di Torino. Il progetto è stato pensato per rispondere alle esigenze di una città in fase di profonda trasformazione, sempre meno legata al lavoro tradizionale organizzato in aziende e uffici individuali e sempre più caratterizzata dalla presenza di liberi professionisti.
In un’epoca in cui si può lavorare da qualsiasi luogo con un portatile e una connessione wi-fi, cosa si ricerca in uno spazio di lavoro? Come riuscire a rispondere alla pluralità di esigenze di utenti che arrivano da contesti completamente diversi?
Il concept progettuale di Toolbox unisce pluralità di utenti e coerenza d’insieme, socialità e privacy, relax e concentrazione.
Dal punto di vista funzionale, l’intervento è consistito nel creare un open space con 44 postazioni individuali insieme ad altri servizi e attività. L’obiettivo era di mantenere quanto più intatta e visibile possibile la struttura originaria.
La campata principale dell’edificio è stata suddivisa longitudinalmente con l’inserimento di una serie di “volumi filtro” usati come vani tecnici per contenere impianti e armadiature. Sul lato rivolto verso il corridoio si affacciano i volumi e le scatole contenenti i servizi comuni del centro: sale riunioni, locali stampanti, spazi d’incontro informali, cassette delle lettere, un patio e la cucina. All’atto progettuale la coesistenza fra uniformità e pluralità si basa su un metodo combinatorio derivato dalla ricerca Adaptable Component. La varietà deriva dalla declinazione e dalla trasformazione di un’unica regola progettuale permettendo cosi di enfatizzare l’idea di molteplicità. Elementi voltimetricamente identici, come le scatole che si affacciano sul corridoio, sono stati resi tra loro riconoscibili attraverso la declinazione dei materiali usati (impiegando diverse tipologie di sughero, smalti ecc…). Questo intervento ha permesso di migliorare le performance termiche e acustiche dei volumi e dello spazio nel suo complesso. Dal punto di vista spaziale la volontà è stata quella di trasmettere l’impressione di una convivenza armoniosa di vari mondi e riferimenti culturali. Il principio di declinazione e trasformazione di uno stesso elemento è stato perseguito anche all’interno degli spazi, differenziando il colore dei pavimenti in caucciù naturale delle sale riunioni, alternando il rivestimento fono isolante dei piccoli pod usati come cabine telefoniche, modulando diametri, colori e livelli di trasparenza delle bolle che costituiscono la texture esterna del cubo-bar.

Pochissimi elementi in tante varianti, un unico sistema a partire dal quale sviluppare una gamma infinita di possibilità capaci di rispondere alla pluralità di esigenze degli utenti. Questo concetto ha guidato ogni scelta progettuale, ad esempio le pareti della zona di ingresso ottenute con 500 varianti di un unico cubetto bianco. Il disegno complessivo è stato ottenuto con un software parametrico che genera infinite configurazioni a partire da uno stesso modello digitale. Allo stesso modo le griglie del condizionamento sono state ottenute da un unico modello parametrico che ricalcola la dimensione e posizione delle forature sulla base dello scambio di aria richiesto in ogni ambiente.

Lo stesso principio è stato applicato anche nella gestione degli spazi orientata verso una flessibilità sostenibile che non si basa sulla trasformazione della fisica dello spazio ma sulla varietà degli usi ottenuta grazie all’uso combinatorio di poche funzioni (co-working, sale riunioni, cucina, patio, posteggi) da cui derivare un numero quasi illimitato di scenari. Un sistema di automazione centralizzato per il controllo di luci, accessi, servizi (utilizzo stampanti, telefoni) permette a ogni utente di avere un profilo disegnato sulla base delle sue esigenze. La funzione di maggior interesse dell’applicazione della domotica nel progetto è la gestione delle relazioni degli utenti fra loro e fra utenti e gestione. Gli applicativi automatizzati sono stati utilizzati in diverse aree allo scopo di ridurre nella misura maggiore possibile i conflitti che possono derivare dalla vita collettiva.

Una delle caratteristiche principali che si ricerca in un luogo di lavoro, e ancor di più un incubatore professionale, è la socialità e la condivisione di idee. Tuttavia, sovente la gestione di spazi collettivi (come l’utilizzo delle sale riunioni, delle apparecchiature, la gestione delle linee telefoniche) rischia di essere origine di frizioni all’interno di una collettività.
Per questo motivo è stata usata una gestione automatizzata per creare un filtro gestionale e di mediazione fra i vari utenti dello spazio. Una gestione informatizzata e impersonale elimina frizioni dirette fra le persone.

Grazie alle sue caratteristiche, quindi, Toolbox è un organismo urbano che trae forza dalla complessità, dalla varietà e dalla mutevolezza della città contemporanea.

[Caterina Tiazzoldi]

Crediti
progetto:
Caterina Tiazzoldi
Team: A.Balzano, H. Cany, C. Caramassi, L. Croce, M. Fassino, M. Pianosi
Fotografie:Sebastiano Pellion di Persano, Heléné Cany
Periodo: 2009/2010
Dimensioni dell’intervento: 1300 mq
Luogo: Torino, Italy
Proprietà: I.O.S. S.p.A.
Premi: Special mention Contech Award 2010
Links: www.tiazzoldi.org
www.toolboxoffice.it

Caterina Tiazzoldi
– Nuova Ordentra è uno studio di architettura con sede a Torino (Italia) e New York (USA). Il lavoro dello studio è caratterizzato da una forte interazione tra la ricerca, che Caterina Tiazzoldi sviluppa presso Columbia University e Politecnico di Torino, e dieci anni di esperienza nel mondo della pratica professionale.
Lo scopo del suo lavoro è di progettare organismi urbani innovativi per rispondere alla complessità delle città di oggi. Attraverso la ricerca Adaptable Components sviluppata in ambito accademico, Caterina Tiazzoldi investiga le trasformazioni dello spazio al variare di alcune condizioni: storiche, concettuali, materiche, economiche e culturali. La metodologia messa a punto opera in varie dimensioni del progetto dal product design (Parametric Bookshelevs e Napping Pod), istallazioni (Onion Pinch e Banana Insallation); negozi (Parametric Stalactites e Gb sportelli), spazi per il lavoro (Toolbox e I.O.S. centro uffici) a centri per la salute ( clinica dentale Rossini).
Caterina Tiazzoldi è stata invitata a partecipare a molti eventi e mostre internazionali come Torino World Design Capital, la selezione di giovani talenti nel campo del design di Giulio Cappellini per il Temporary Museum for New Design, l’Advanced Architecture Settimo Tokio Biennale, Experiment Design Lisbon e la mostra Minimaousse at the museum Cité de l’Architecture et du Patrimoine a Parigi.