Marco Del Francia_Un progetto per Vittorio Giorgini

Archphoto sostiene il progetto redatto da Marco Del Francia per la realizzazione di un Centro espositivo e di documentazione di architettura contemporanea a Baratti, sede di importanti architetture tra le quali ricordiamo Casa Saldarini, opera di Vittorio Giorgini. Giorgini è stato uno degli architetti sperimentali più interessanti che ha coniugato il rapporto tra biologia e architettura.
Vai all’intervista.Con il nostro sostegno al progetto di Del Francia, che prevede anche uno spazio dedicato all’archivio Giorgini, si vuole testimoniare l’importanza, ancora una volta, della memoria dell’architettura come lascito per le generazioni future.

Del Francia

Il territorio su cui insistono le località di Populonia e del Golfo di Baratti, situato su un tratto di particolare pregio paesaggistico del litorale tirrenico, ha oramai acquisito da molti anni un proprio riconosciuto valore in virtù di sistematici interventi volti alla valorizzazione delle locali risorse archeologiche e ambientali. Nel 1993 infatti con l’istituzione della società Parchi Val Di Cornia S.p.A. è stato attivato il sistema dei Parchi della Val Di Cornia, in cui la società stessa ha seguito la progettazione, la realizzazione e la gestione delle strutture di servizi collocate nelle aree interessate. Da allora, attraverso progetti finanziati dall’Unione europea, con la collaborazione della Regione Toscana, dello Stato, dell’Università di Siena e della Soprintendenza Archeologica per la Toscana, la società ha cercato di sperimentare una gestione unitaria di tutela e valorizzazione dei beni culturali e ambientali e che sapesse anche produrre reddito e investimenti sul territorio.
Tra i tanti progetti, studi e le molte pubblicazioni su Populonia e sul Golfo di Baratti, tutte giustamente indirizzate alla conoscenza, salvaguardia e valorizzazione del patrimonio locale sia paesaggistico che archeologico, manca a tutt’oggi una qualsiasi attività che integri la tutela del patrimonio culturale e del paesaggio con l’attenzione per l’architettura e l’arte contemporanee, per le quali il Ministero per i Beni Culturali riconosce pari dignità rispetto alle testimonianze del passato.

L’idea
L’idea è quella di realizzare un Centro Espositivo e di Documentazione, radicato nel territorio di Baratti e che racconta la sua storia più contemporanea finora mai esplorata, aprendo anche alle arti visive. Un Centro vivo, una macchina che espone e che vuol produrre cultura, accogliendo sia i non addetti ai lavori che gli studiosi. Un Centro che non entra in conflitto o in concorrenza con il Parco, ma che si pone come un’offerta turistica culturale alternativa, da mettere in rete con il Parco stesso e che possa anche generare economia e occupazione sul territorio locale.
La nascita del Centro è direttamente collegata sia all’opera di valorizzazione di un importante archivio di un protagonista dell’architettura sperimentale contemporanea (Vittorio Giorgini) sia di due sue opere presenti a Baratti: Casa Saldarini e Casa Esagono, ampiamente conosciute alla critica architettonica internazionale, per le quali sono previste visite guidate in accordo coi proprietari, sfruttando un vecchio percorso naturalistico molto suggestivo da “riprogettare” in collaborazione con il WWF.
Il Centro inoltre, sosterrebbe iniziative legate alla cultura dello sviluppo sostenibile grazie all’Associazione Internazionale “ECOACTION. Cultura & Progetto Sostenibile” che potrebbe trovare qui la sua sede ideale sul territorio.

Cosa
Nel Centro troverebbero sede due importanti documentazioni legate al territorio di Baratti:
- L’Archivio Vittorio Giorgini
- Le architetture reiette del golfo di Baratti
- Oltre a uno spazio per esposizioni temporanee (e convegni, conferenze, ecc.) il cui utilizzo sia da cedere gratuitamente all’Amministrazione Comunale.

Inoltre:
- Il Centro potrebbe essere sede del distaccamento provinciale dell’Associazione Internazionale “Ecoaction. Cultura & Progetto Sostenibili”

Del Francia
Atlante delle architetture e delle sperimentazioni di Vittorio Giorgini

Archivio Vittorio Giorgini
L’Archivio (composto da plastici, disegni, sculture, taccuini, foto, film, album, tele, corrispondenze, ecc.) è un’importante patrimonio culturale di un protagonista della scena architettonica contemporanea scomparso alla soglia del suo 84esimo compleanno. Parte del Fondo Giorgini è nelle collezioni del Centre Pompidou di Parigi e del FRAC Centre di Orleans. Prestigiose istituzioni con le quali - unitamente al MAXXI di Roma - entrare in rete con il Centro, una volta realizzato, per organizzare insieme attività di studio, esposizioni, convegni e quant’altro al fine sia di realizzare attività di arte e architettura contemporanea sia per valorizzare il lavoro di ricerca di Vittorio Giorgini. Un lavoro in cui Baratti ha svolto un ruolo fondamentale, con le 2 costruzioni più note realizzate da Giorgini stesso (Casa Saldarini e Casa Esagono), oggetto di pubblicazioni in tutto il mondo. Due opere che sono già inserite nel dossier dei Beni Culturali del Piano Strutturale di Piombino e per le quali la Soprintendenza di Pisa e Livorno ha avviato il procedimento per il riconoscimento di “interesse storico artistico”.

Le architetture reiette del golfo di Baratti
Sono un’importante testimonianza che raccoglie e documenta gli interventi progettuali e realizzativi avvenuti nel corso del XX secolo (in particolare nella seconda metà del Novecento), e ricostruiti virtualmente tramite rendering tridimensionali. Progetti, fra l’altro, pubblicati in riviste specializzate di settore come “Aujourd’hui”, “Costruire”, “Ville e Giardini”, Edilizia Moderna”, “L’Architettura. Cronache e storie” e a cui hanno partecipato architetti di fama nazionale e internazionale come Ludovico Quaroni, Roberto Maestro e lo stesso Vittorio Giorgini.
Alcuni di questi progetti non hanno avuto la possibilità di concretizzarsi, salvaguardando così il patrimonio naturalistico e intimo del luogo. Non per questo, considerata l’alta qualità progettuale, tali progetti possono essere lasciati nel dimenticatoio, ma ‘recuperati’ nel loro valore di testimonianza storica e urbanistica.
Altri progetti sono stati oggetto di tesi di laurea e vincitori di importanti premi internazionali di architettura.
Esistono piani urbanistici a cui hanno partecipato docenti di notevole spessore della Facoltà di Architettura di Firenze (come Roberto Maestro e Bruno Gemignani) e apprezzati architetti toscani (come Walter Di Salvo).
Ci sono progetti che non avevano committenti alle spalle ma solo il piacere dell’architetto di sperimentare scelte compositive da contestualizzare nel particolare territorio.
Di questi e altri contribuiti si arricchiscono le vicende legate alla storiografia degli interventi su di un luogo che ha anche provato ad adeguarsi alle esigenze dei tempi contemporanei.
Si assiste, in pratica, ad un piccolo ma quanto mai significativo bagaglio di esperienze progettuali che hanno trovato nel sito etrusco un’ineccepibile campo di sperimentazione e dai quali è possibile ricavare interessanti considerazioni rispetto alla produzione architettonica nazionale e internazionale coeva. Una ricerca condotta con l’Università di Firenze e in cui sono stati setacciati archivi pubblici e privati al fine di risalire, studiare e ricostruire i suddetti progetti.

Associazione “ECOACTION Cultura & Progetto Sostenibili”
E’ un’associazione internazionale creata grazie all’impegno e alla forte volontà dei suoi soci fondatori di voler contribuire all’affermazione di una cultura diffusa del nuovo paradigma dello Sviluppo Sostenibile.
Progettare sostenibile è il partire e il condividere una logica di sistema, in cui gli elementi fondanti del progetto sono la cultura del rispetto del territorio, delle sue risorse, del valore delle relazioni sociali, della sua storia e dell’essere punto singolare interagente con l’universale.
Cultura e progetto Sostenibili è un modo di pensare che pone al centro del processo progettuale la qualità dell’ambiente, il pensare al progettista in termini di artista-artigiano interessato a far si che si esprimano, attraverso il progetto, le esigenze collettive, il vissuto e la partecipazione dei cittadini e non l’arroganza del singolo e la egoistica presunzione di essere interpreti unici e illuminati del portato culturale contemporaneo.
L’associazione nasce da un’esperienza ventennale portata con se da molte persone che operano con professionalità e che intende offrire le proprie conoscenze al servizio di una progettazione ed etica sostenibile. In questa ottica la Sezione Provinciale di Livorno, e tramite essa ECOACTION nazionale stessa, vuole creare delle sinergie con l’amministrazione comunale di Piombino e quelle della Val di Cornia, ove operano gran parte dei soci dell’associazione, per attivare iniziative culturali legate all’architettura ed al vivere sostenibile.
Il Centro proposto per Baratti potrebbe essere il punto di riferimento ideale per l’associazione quale sede operativa per le proprie iniziative. Non a caso l’associazione stessa aveva espressamente richiesto all’Amministrazione Comunale l’utilizzo del fabbricato denominato “Esagono” a Baratti quale sede, avendo già in cantiere un’importante programma di eventi con esperti internazionali della cultura sostenibile.
Referenti dell’Associazione ECOACTION C&PS:
Arch. Marzio Verucci (Direttivo Nazionale)
Arch. Fabio Caciagli (Presidente Sezione Provincia di Livorno)

Dove
Il Centro nascerebbe su un terreno di 1.080 mq di dimensione sito in loc. Baratti (censito al Catasto del Comune di Piombino al Foglio n. 2, mappali nn. 151, 155) incluso nella Variante Generale di PRG con destinazione d’uso “V.P.” (Verde Privato di interesse privato e paesaggistico, tutela del verde) di proprietà privata (famiglia Del Francia);
- il terreno fa parte del comparto denominato “Villini”, Baratti, il cui perimetro è stato escluso dal Parco;

- si inserisce all’interno di un comparto evidentemente antropizzato, composto da lotti regolari, alcuni dei quali già classificati nella Variante Generale di PRG come “zone urbane edificate di recente formazione”;

- è ubicato nella parte più interna del comparto suddetto, il quale è perimetrato per la sua interezza da parcheggi, costituendo di fatto – con l’anello viario che lo racchiude - una grande isola rotatoria e spartitraffico;

- insiste su un’area la cui conformazione – una volta tutelato il verde esistente - non snaturerebbe l’assetto paesaggistico con un’eventuale opera architettonica di mimesi, ricadendo essa in un ambito di pregio ambientale trascurabile rispetto al contesto del parco;

- L’area del comparto “Villini” è già servita di sottoservizi. Per il sistema fognario è comunque prevista la realizzazione da parte dell’ASA, con la collaborazione del Comune di Piombino, della rete di raccolta delle acque di scarico per il collettamento finale all’impianto di depurazione di Populonia Stazione.

Chi
L’intervento di iniziativa privata, ma di interesse pubblico, è a cura e spese dell’arch. Marco Del Francia, proprietario del terreno e curatore dell’Archivio Vittorio Giorgini, di cui è stato assistente negli ultimi 13 anni di vita del Maestro. Una volta accettata la proposta e inserita nel Regolamento Urbanistico, con la certezza quindi di poter essere realizzata, l’arch. Del Francia avrà cura di istituzionalizzare il Centro, creando una Fondazione o un’Associazione senza scopo di lucro, con un consiglio d’amministrazione e un comitato scientifico di cui faranno parte rappresentanti delle amministrazioni e degli enti locali, nonché personalità del mondo dell’architettura e dell’Università.

Il progetto architettonico
In sintonia con l’opera di Vittorio Giorgini - che per 50 anni ha condotto una ricerca progettuale che ha avuto per basi e modello proprio il mondo della natura (tanto che la Soprintendenza dell’epoca concesse il permesso per realizzare sia Casa Saldarini che l’Esagono) - il Centro che si propone si distinguerebbe per una progettazione contemporanea ma soft della struttura, con una totale salvaguardia del verde presente; in linea con lo stesso pensiero di Giorgini, che vede il costruito come un elemento che non deve interrompere il colloquio tra una parte e l’altra del terreno, la struttura si adeguerebbe in sospensione alle presenze delle strutture naturali e non avrebbe fondazioni continue, appoggiandosi sul terreno solo in determinati punti (pilotis), permettendo la continuità del terreno e una accurata simbiosi con il paesaggio; verrebbero usati materiali in sintonia con il luogo (come il ferro e il legno) e tecniche a secco, utilizzando sistemi che rendano autosufficiente da un punto di vista energetico la struttura (dal sistema idrico con il recupero delle acque piovane e di smaltimento, al sistema termico con l’uso di pannelli fotovoltaici amorfi in modo da evitare impatti estetici negativi con l’ambiente).

Benefici
- In sede culturale il Centro colmerebbe la mancanza in zona di un’attività legata all’architettura e all’arte contemporanea connessa al territorio, oltre che ad attività di studio sulla cultura dello Sviluppo Sostenibile.

- In sede scientifica il primo beneficio è invece di ordine documentario. E’ evidente la rilevanza, ai fini conservativi oltre che conoscitivi, dell’acquisizione di una così ricca documentazione tratta sia dagli archivi privati degli architetti (dai quali derivano spesso i problemi di conservazione e accessibilità) che hanno operato su questo tratto di costa etrusca, sia dai vari enti pubblici e privati che avevano commissionato i progetti. Di fatto, con l’Archivio Giorgini e con l’Archivio costituito dalla raccolta dei progetti riguardanti Baratti, si verrebbe a costituire un’importante centro di documentazione di architettura e urbanistica del territorio. La documentazione produrrebbero infatti un sostanziale arricchimento ad un pubblico, molto più vasto di quello degli addetti ai lavori, di conoscenze documentarie legate alla conservazione e alla comunicazione della memoria storica - seppur relativamente recente – e sugli aspetti rimasti fin ora evasi nella storiografia degli studi urbanistici e architettonici del Novecento nel territorio di Populonia.

- Baratti (e quindi il Comune di Piombino) pregiandosi di avere nel suo territorio la collezione più consistente dell’archivio Vittorio Giorgini, le cui altre opere sono presenti esclusivamente nelle collezioni del Centre Pompidou di Parigi, del FRAC Centre di Orléans e del Vitra Design Museum di Weil Am Rhein, avrebbe garantita la connessione in rete con queste prestigiose istituzioni, oltre che con quelle nazionali (MAXXI) e regionali; con la conseguenza di realizzare incontri, giornate di studio e pubblicazioni sulle riviste di settore, nazionali e internazionali;

- L’Associazione “ECOACTION Cultura & Progetto Sostenibile”, con il suo programma di attività legate alla Cultura dello sviluppo Sostenibile, contribuirebbe a garantire una continuità di importanti iniziative tale da rendere il Centro una macchina viva di produzione culturale tutto l’anno.

- l’istituzione di un percorso alternativo a Baratti - rispetto a quello archeologico e naturalistico consolidato - può portare benefici anche in prospettiva di una destagionalizzazione per una affluenza invernale più costante e servire quindi un’ulteriore offerta turistica ai visitatori del Parco oltre a generare nuova economia e occupazione.

[Marco Del Francia]

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APPENDICE
Note Biografiche - Vittorio Giorgini, Firenze 1926-2010

Formatosi in una Firenze ricca di fermenti culturali a cavallo degli anni ‘50 e ‘60, Vittorio Giorgini è stato un protagonista della cultura fiorentina nel secondo dopoguerra, una personalità di rilievo che negli anni Sessanta ha offerto non pochi e stimolanti contributi didattici agli studenti della Facoltà di Architettura di Firenze, partecipando per un decennio all’attività didattica accanto a Leonardo Savioli e a Giuseppe Gori.
Nel 1949 collabora con Franco Zeffirelli alla realizzazione scenica di “Troilo e Cressidra” (per la regia di Luchino Visconti), al XII Maggio Musicale Fiorentino. Negli anni a seguire, quando comincia l’avventura della Moda promossa dal padre, si trova a dedicarsi ad allestimenti e scenografie per le sfilate e per le feste ad asse collegate (in collaborazione con il celebre “disegnatore” della luce Guido Baroni).
Subito dopo la laurea (1957), lo troviamo attivo a Roma, nello studio di Claudio Longo (presentatogli dall’amico e artista Renzo Capezzuoli). Di ritorno a Firenze apre lo studio inizialmente assieme a Walter Di Salvo, per poi proseguire da solo l’attività professionale.
Prima di divenire noto con casa Saldarini (1962), Giorgini realizza casa Esagono a Baratti (1957) e il singolare allestimento della galleria d’arte “Quadrante” a Firenze (1959), basata anch’essa sullo studio delle forme della natura a cui l’architetto si dedica ininterrottamente dalla metà degli anni ‘50.
Casa Saldarini gli valse l’invito alla “Prima Triennale Itinerante d’Architettura Italiana Contemporanea” (Firenze, 1965) accanto agli architetti della nuova generazione come Gregotti, Viganò, Savioli, Ricci, Portoghesi, Dardi, Castiglioni, Canella ed altri, dove presenta il I° Manifsto di Spaziologia. Nello stesso anno, assieme ad Agnoldomenico Pica, e con la collaborazione di Luigi Terragni, è a Tokio, dove allestisce la mostra “Italia 1965. Architettura. Produzioni d’arte”. Nel 1968, in occasione della personale tenuta a Ferrara nel Palazzo dei Diamanti, Giorgini propone il II° Manifesto di Spaziologia che tratta l’analisi dei rapporti tra progettazione classica e progettazione della natura.
Nel 1969, dopo un’intensa attività professionale durante la quale collabora, fra gli altri, con lo stesso Savioli, con Ludovico Quaroni e con Edoardo Detti, prosegue negli Stati Uniti il suo impegno progettuale, conducendo l’attività di docente nella “School of Architecture” del Pratt Institute di New York.
Agli inizi degli anni ’70 espone gli ultimi risultati del proprio lavoro progettuale alla Columbia University, all’Howard Wise (dove presenta il III° Manifesto di Spaziologia), alla Syracuse University ed al Columbus Museum.
Nel 1975, in occasione del congresso mondiale sull’energia denominato “On Site”, presenta il IV° ed ultimo Manifesto di Spaziologia.
Nel 1978 è presente alla Biennale di Venezia e l’anno successivo al Museum of Modern Art di New York alla mostra che ha per tema “Trasformazioni nell’architettura moderna”.
Nel 1982 il National Institute for Architectural Education promuove l’esposizione degli ultimi progetti giorginiani basati su strutture leggere di maglie spaziali simmetriche ed asimmetriche. Qui troviamo l’Interstate Highway Oasis Prototype, Machu Picchu del, il progetto del quartiere Roosvelt Island a New York e Biscayne Bay a Miami, South Street Seapoint Housing ed infine Hydropolis e Walking Tall, che rappresentano esempi di coraggiosi interventi sul tessuto urbano di Manhattan.
Nel 1995 l’Arca edizioni pubblica “Spaziologia. La morfologia delle scienze naturali nella progettazione”, presentato a New York da Kenneth Frampton, primo testo completo della ricerca giorginiana.
Nel 1996 rientra a Firenze.
Nell’ultimo decennio approfondisce la ricerca già avviata negli anni ’70 inerente lo studio di soluzioni legate ai problemi dei trasporti urbani, del traffico e delle infrastrutture. In questo quadro si inseriscono i progetti per le monorotaie leggere, per il ponte di Messina e le canalizzazioni sotterranee per le città.
Il suo principale interesse è rivolto, da circa sessanta anni, all’osservazione delle strutture naturali considerate come dei modelli in grado di fornire indicazioni utili per la definizione di nuove soluzioni progettuali. E’ confidando in questo meraviglioso ‘modello’, capace da millenni di sperimentare infinite soluzioni in grado di sopravvivere e partecipare all’evoluzione complessiva del pianeta, che Giorgini ha elaborato arditi e inconsueti progetti, sconfinando fra la geniale sperimentazione e l’utopia più astratta.
Molto importanti e significativi sono stati nella sua carriera i rapporti e le influenze con gli ambienti artistici e intellettuali. Ha stretto amicizie e frequentazioni, tra gli altri, con Vinicio Berti, Emilio Vedova, Antonio Bueno, André Bloc, Isamu Noguchi, Aurelio Ceccarelli, Tano Hokamoto, Salvatore Scarpitta, Renzo Capezzuoli, Robert Rauschenberg (a cui si avvicina partecipando al movimento da lui fondato “Experiments in Art and Technology”), Lilian Kiesler, Mario Mariotti, Alejandro Otero, Robert Sebastian Matta e Gordon Matta-Clark. A New York, nel breve periodo che frequenta il “salotto” di Priscilla Morgan, ha modo di conoscere Mark Rothko, Andy Wharol, Christo, Gian Carlo Menotti e Leo Castelli. Per varie vicissitudini entra in rapporti con Buckminster Fuller, Paolo Soleri, Thomas Hoving (ex direttore del Metropolitan Museum),
Nel 1951 conosce Frank Lloyd Wright; seduti ai tavoli del caffè Leland a Firenze, discute con lui sull’ipotesi di un progetto per l’esposizione fiorentina della moda, nell’epoca in cui il padre di Vittorio, Giovan Battista Giorgini, inventò e lanciò l’alta moda in Italia.
E’ stato amico di Richard Neutra (conosciuto durante una gita di quest’ultimo a San Gimignano, nel 1949), e che lo esortava a trasferirsi negli Stati Uniti per lavorare con lui. Sempre tra gli architetti ha frequentato Giovanni Michelucci, Giovanni Klaus Koenig, Mario Bigongiari, Franco Borsi, Leonardo Ricci, Leonardo Savioli, Craig Elwood, Paul Rudolph, John Johansen, Haresh Lalvani, e l’amico di sempre Paolo Riani.
Attento al dibattito architettonico contemporaneo ha partecipato a numerosi concorsi ed è stato più volte invitato a convegni internazionali, accanto a Norman Foster, Richard Rogers, Renzo Piano e a molti altri.
L’attenzione critica – nell’ultimo decennio - nutre un rinnovato interesse verso il suo lavoro.
Nel 2001 esce la prima opera monografica completa “Vittorio Giorgini. La natura come modello”, a cura di Marco Del Francia, edita da Pontecorboli.
Nel 2002 il Centre Pompidou di Parigi e il FRAC Centre di Orléans acquisiscono per le proprie collezioni permanenti 17 modelli architettonici facenti parte del suo archivio.
L’anno seguente riceve il Premio Pro Bonis Artibus dall’Accademia Florentia Mater di Firenze e il premio per il progetto più originale al concorso per la progettazione della nuova torre civica di Scarlino.
Ancora nel 2003 alcune sue opere sono presenti nella seguenti mostre:
- “La grande svolta. Viaggio negli anni Sessanta in Italia” (Palazzo della Ragione, Padova).
- “Architectures experimentales. 1950-2000” (FRAC Centre, Orleans, Paris)
- “Architectures non Standard” (Centre Pompidou, Paris).
Nel 2004 è nominato membro accademico dell’Accademia delle Arti e del Disegno di Firenze.
Nel 2005 alcuni suoi lavori sono esposti in Giappone al Mori Art Museum di Tokyo, assieme alla collezione del FRAC Centre di Orléans.
Nello stesso anno l’Università Mediterranea di Reggio Calabria organizza una conferenza in suo onore, con Massimo Giovannini, Luigi Prestinenza Puglisi, Renato Nicolini, Marcello Sestito e Marco Del Francia.
Sempre nel 2005 il Vitra Design Museum di Basilea acquisisce per la propria collezione un’opera di design di Vittorio Giorgini, ovvero una caratteristica sedia a tre gambe progettata e realizzata nel 1954.
Nel 2006 è presente alla mostra “Future City - Experiment and Utopia in Architecture 1956 – 2006”, al Barbican Art Gallery di Londra.
Ancora nell’autunno del 2006 espone una serie di modelli topologici nella mostra “Morfologia-Topologia-Spaziologia” nelle sale della Pinacoteca Pubblica di Volterra.
Nel 2008 vince il Concorso al Premio Musmeci per il progetto sul Ponte di Messina.
Nell’aprile 2011 è in programma una mostra monografica in suo onore che sarà allestita all’interno della Prima Biennale di Arte e Architettura del Mediterraneo a Reggio Calabria.
Convinto dell’interdipendenza tra ambiente e cultura, Giorgini non ha mai smesso di interessarsi di psicologia, antropologia e storia delle religioni, scrivendo illuminanti saggi tra cui “Le Religioni plagiano”, piccolo caso editoriale ristampato a distanza di alcuni anni dalla prima edizione, dalla Arduino Sacco Editore.
Muore a Firenze il 19 febbraio 2010.