Francesco Neri - Fotografie #1

27 ottobre - 1 novembre 2007, Faenza (Ra)
Si inaugura stasera alle ore 17, presso la Sala mostre Fontanone, in via G. da Oriolo, Faenza, la mostra di Francesco Neri, “Fotografie #1″ | “La verità è che il modo scientifico di guardare un fatto non è il modo di guardarlo come un miracolo” - L. Wittgenstein | “Per me il significato essenziale del silenzio è la rinuncia a qualsiasi intenzione” - J. Cage | Lo strumento fotografico, per il suo rapporto di immediatezza con il reale, crea da sempre non pochi problemi di interpretazione. Le domande più comuni sono che tipo di apporto può fornire il fotografo nel recensire una realtà già pronta, dadaisticamente ready made, che tipo di limiti compositivi deve imporsi perché la registrazione non sia alterazione. Di limiti, Francesco Neri, se ne impone su più versanti. Dalla parte della realizzazione di ciò che verrà esposto, vi è la precisa scelta di stampare le lastre semplicemente a contatto, evitando molto spesso ingrandimenti volti a spettacolarizzare e aumentare di volume (acustico, visivo, emotivo) i soggetti. Nella composizione poi, vi è la motivata volontà di concentrare lo sguardo riducendone l’estensione, dimostrando come la visione si moltiplichi e complichi proprio quando sembra esserci poco da guardare: i soggetti, una volta chiusi e isolati, quasi muscolarmente catturati nella restrizione focale, iniziano a muoversi dentro la gabbia visiva, si rivelano, svelano il fianco. Infine il limite, non facile, riguarda la posizione autoriale. Nel tentativo di ridursi, conformemente ad alcune delle più forti linee della teoria conoscitiva del Novecento, a grado zero della visione, Neri cerca, nelle sue partite di caccia, un potente silenziatore che lasci il soggetto libero di mostrarsi e dimostrarsi in modo autonomo. Non c’è mai, neanche nei ritratti dove la tentazione è massima, una spinta all’introspezione. Minima introspezione, massima esposizione. Al centro, il percorso infedele che la luce compie per la sua cattura attraverso l’obbiettivo: il luogo oscuro dell’incontro. Chi guarda deve percorrere a ritroso quello spazio, per finire, come Alice, oltre la cavità del tronco, oltre lo specchio nel mondo disimpalcato dove linee, colori e materia giocano il loro privato e inusuale dialogo. L’ultimo limite è nel titolo, di una neutralità che non è chiave di lettura, quanto diafano chiavistello di apertura. (Marco Bernini) | Info: e-mail: kchetto@yahoo.com; RomagnaOggi - su Francesco Neri