Elisabetta Raminella_Nervi a Venezia

Pier Luigi Nervi
Torino Esposizioni, 1947-1949

Nell’ambito della dodicesima Mostra Internazionale di Architettura di Venezia “People meet in architecture” è allestita fino al 14 novembre 2010 nel palazzo Giustinian Lolin, ora sede di rappresentanza della società multinazionale di ingegneria Permasteelisa, la mostra “Architettura come sfida” dedicata alla conoscenza del pensiero di Pier Luigi Nervi, a trent’anni dalla morte di questa figura così complessa, il cui lavoro si sviluppa negli anni dal 1930 al 1980, vitali per l’imprenditoria edilizia italiana.Il titolo “Architettura come sfida” deciso dal curatore Carlo Olmo, storico e direttore del Giornale dell’Architettura, è stato scelto allo scopo di contrapporre la genialità delle idee di Nervi alla mancanza di elementi innovativi nell’architettura degli ultimi decenni. La serialità dei progetti proposti, la mancanza di capacità di contenere i costi per la realizzazione delle infrastrutture, le lunghe tempistiche di realizzazione delle opere e l’assenza di sfaccettature diverse dell’architettura che vadano al di là di un mero strumento di marketing urbano, sono elementi che purtroppo si riconoscono in molte grandi opere dei nostri giorni. La mostra vuole far emergere l’intuito scientifico di un uomo che ha dedicato la sua vita alla ricerca, alla scrittura, agli studi dell’ingegneria e dell’architettura: un artista della città. I disegni dei progetti dei suoi due edifici più famosi dimostrano come fosse organizzato e strutturato il suo lavoro mentale di progettista, strutturista e costruttore. Egli intendeva la progettazione di un manufatto come il risultato completo di un lavoro di gruppo veloce e scattante, in cui anche gli operai divenivano i veri protagonisti del compimento effettivo dell’infrastruttura: per tale motivo si avvaleva di maestranze specializzate, negli anni sempre le stesse, con lo stesso capo mastro da istruire sulle attività da eseguire. Sta qui il concetto di democratizzazione dell’ingegneria secondo Nervi: non una materia destinata a pochi, bensì “una disciplina a portata di tutti”, in quanto se un tempo “la scienza delle costruzioni era il risultato di intelligenza e ragionamenti, di allenamento mentale ed intuito statico del progettista, intuito che è insito nell’uomo”, oggi appare una materia gestita solo con i calcoli numerici.
L’esposizione si sviluppa su tre piani del palazzo, il cui ingresso è costituito da una corte interna dove il visitatore può inoltrarsi in un percorso suggestivo di immagini fotografiche realizzate appositamente dal fotografo Mario Carrieri che riprendono le opere di Nervi mettendo in risalto l’audacia tecnologica e la bellezza architettonica. Dalla corte lo spettatore può “entrare” nella mostra fino a raggiungere il Canal Grande per avere una visione ambivalente dentro-fuori. Le fotografie delle architetture di Nervi, che si alternano ai disegni, evidenziano l’importanza dei pilastri nelle composizioni visive, liberi da decori e stucchi, definiscono strutture pure nelle loro forme e nel loro colore, concepiti come elementi “fatalmente architettonici” in un apparente leggero e perenne movimento. Interpretare la ricchezza formale di Nervi significa cogliere un’architettura semplice ed ondulata, razionale e con una forte personalità senza capriccio, “sintesi tra tecnologia ed estetica”come la definì Freyssenet che, ancor oggi dopo sessant’anni, rimane attuale e moderna. La mostra approfondisce due delle maggiori opere di Pier Luigi Nervi, lo stadio Berta di Firenze esposto al primo piano , mentre al piano secondo viene presentato il progetto del Palazzo delle Esposizioni di Torino, con plastici che ripropongono la struttura e disegni inediti delle prospettive di studio e progetti esecutivi mai realizzati.

Pier Luigi Nervi
Ambasciata d’Italia a Brasilia,1976

Dello stadio Berta di Firenze sono esposte prospettive di studio negli anni che vanno dal 1930 al 1951, dettagli dei ferri per l’armatura dei pilastri delle tribune, studi per la torre di maratona, la prospettiva interna ed esterna della tribuna scoperta e lo studio per la torre di illuminazione. In egual maniera per il Palazzo delle Esposizioni di Torino sono esposti schizzi e progetti di progettazione di numerosi dettagli costruttivi, mettendo in rilievo la prima possibilità concreta di applicare il principio della prefabbricazione strutturale. Come per lo stadio comunale di Firenze, Nervi realizza moduli in serie mediante l’utilizzo del cemento armato; egli infatti viene citato come colui che seppe sfruttare al meglio l’uso del cemento armato come materiale fecondo ed adattabile a qualsiasi forma, di una ricchezza unica, in quanto unisce la caratteristica della pietra con quella dei metalli. Nervi sostenne con fermezza che la grande struttura di un fabbricato o infrastruttura non si può nascondere, facendo sì che la struttura diventi architettura, come avvenne per le cattedrali gotiche, dove i rosoni divengono elementi strutturali e non solo decorativi. E’ all’architettura gotica che Pier Luigi Nervi fa riferimento per il suo modo di progettare: gli archi ogivali gotici partendo da pilastri compositi, slanciano le nervature verso altezze impossibili. Tra i materiali allestiti per l’occasione un video creato per l’esposizione da Folco Quilici, sensibile giornalista e documentarista, che ha ripercorso con immagini d’epoca e con un’intervista a Pier Luigi Nervi la storia di questo grande ingegno, cogliendo la sua personalità complessa: dai percorsi concettuali all’esecuzione materiale delle opere. Il video è un vero e proprio avvicinamento dello spettatore alle riflessioni e ai concetti di ciò che sostiene ogni singolo progetto, ovvero di considerare l’architettura e l’ingegneria come finalizzate al sociale. Conclude il percorso un’installazione multimediale che anticipa i contenuti della rassegna in programma al MAXXI, a partire da dicembre 2010. La mostra fa parte di un ciclo internazionale di esposizioni dedicate al grande progettista e costruttore italiano, sostenuto dal CIVA Centre International pour la Ville, l’Architecture et le Paysage di Bruxelles insieme al MAXXI, Museo nazionale delle arti del XXI secolo di Roma e all’Associazione Pier Luigi Nervi Research and Knowledge Management Project. A conclusione della mostra a Venezia, l’esposizione proseguirà al Museo MAXXI di Roma dal mese di dicembre, in cui verrà presentato un approfondimento sulle opere di Nervi relativo alle Olimpiadi del 1960.

[Elisabetta Raminella]