Ettore Favini - La verde utopia

29 aprile - 13 giugno 2010, Torino
Il 29 aprile 2010 alle ore 18.30, nell’ambito dell’Art Program del PAV-Parco d’Arte Vivente, in via Giordano Bruno 53, a Torino, inaugura La verde utopia, progetto di Ettore Favini. Il lavoro, che consiste in una conversazione video con Gilles Clément - paesaggista e antropologo francese - e in una serie di ritratti di scienziati e scrittori considerati gli antesignani del pensiero ecologico, intende riflettere e analizzare il concetto di utopia ambientale. Ma può essere verde l’utopia? Ed è una scelta individuale o un pensiero collettivo? La ricerca di Ettore Favini, che solitamente indaga temi quali la memoria, intesa come archivio del tempo stratificato, il paesaggio e il rapporto con l’ambiente, si estende in questo progetto agli studi di Gilles Clément partendo dal principio di diversità. La diversità è già in primis un’utopia specie nello sviluppo di un pensiero unico che, a partire da un’economia capitalista, omologa molti aspetti della vita quotidiana, naturale e produttiva (ad esempio le monoculture in agricoltura). Nella conversazione con il teorico - realizzata con Alessandra Sandrolini, curatrice al Centre George Pompidou - sono così analizzati i concetti di Terzo Paesaggio, riferito a zone residuali dove proliferano piante spontanee (dunque primo esempio di diversità in quanto terreno marginale), e di Giardino Planetario, ossia il mondo inteso come luogo concluso, un -grande giardino- che, secondo l’etimologia del termine tedesco Garten, è cinto all’interno della biosfera. Attraverso le domande poste a Clément, la conversazione si sposta così dall’analisi critica del pensiero darwiniano, con una rivisitazione delle teorie evoluzionistiche di Lamarck, all’appello per un impegno sociale condiviso e politicamente militante. È un’utopia realista quella che emerge dalle parole di Clément, in cui egli - forse “unico utopista verde vivente” come sostiene l’artista - rivendica una presa di coscienza fondamentale per l’uomo contemporaneo. Occorre infatti un nuovo progetto politico capace di accogliere l’idea di una decrescita dei consumi che, al di fuori del capitalismo, accresca la sensibilità verso valori immateriali. Un’attitudine che possa trasformarsi - sul modello di un’economia emergente - in una dimensione produttiva partecipata e che, anzichè basarsi sulla competitività asociale e sull’egoismo individuale, si fondi sulla solidarietà e sull’equità, con un’attenzione alla biodiversità quale principio globale e trasversale oggi incompreso e minacciato. Info: tel/fax 011 8191253 e-mail: info@parcoartevivente.it - www.parcoartevivente.it