Bernd & Hilla Becher

23 gennaio - 19 febbraio 2009, Bologna
Inaugura il 23 gennaio alle ore 19, presso il Museo Morandi (Palazzo d’Accursio), in Piazza Maggiore 6 a Bologna la mostra omonima sui due fotografi tedeschi “Bernd & Hilla Becher”, a cura di Gianfranco Maraniello. A partire dal 1959 la coppia ha intrapreso una ampia e meticolosa opera di documentazione fotografica di edifici considerati oggi archeologia industriale, classificandoli per tipologie: silos, gasometri, altiforni, torri di estrazione, serbatoi per l’acqua. La ricerca, in un primo tempo incentrata sulla zona industriale di Siegen e della Ruhr, successivamente ha varcato i confini tedeschi e si è estesa a paesi quali la Francia, il Belgio, il Lussemburgo, i Paesi Bassi, la Gran Bretagna e gli USA, portando ad una catalogazione sistematica di questi soggetti di architettura funzionalista e delle loro innumerevoli varianti. In una fase successiva il progetto ha incluso anche la metodica inventariazione di strutture abitative ripetitive, ridotte a forme geometriche bidimensionali. Le immagini dei Becher colpiscono per l’estremo rigore: l’inquadratura è rigidamente frontale e mette al centro la struttura architettonica, che sembra essere sospesa nel tempo; il bianco e nero, che è sempre stato mantenuto nel corso degli anni, dando continuità al progetto artistico, fa emergere le caratteristiche scultoree dei soggetti ritratti; le strutture industriali sono completamente scevre da connotazioni ambientali e da presenze umane, fotografate con un taglio oggettivo che ne esalta la monumentalità e l’autonomia estetica e funzionale, spingendo l’osservatore ad una riflessione sulla natura astratta delle forme. Risulta pertanto di grande interesse il confronto che si instaurerà tra le opere di Morandi e le fotografie di Bernd e Hilla Becher, che saranno allestite nelle sale centrali del Museo, esattamente nel cuore del percorso espositivo. Il maestro bolognese e la coppia tedesca sono infatti accomunati da un analogo modo di sentire e interpretare gli oggetti-soggetto dei loro lavori. L’apparente ripetitività della rappresentazione trova il suo fondamento concettuale nel criterio di selezione e classificazione degli oggetti-soggetto, unito alla scelta di porli al centro dell’immagine per farne degli elementi compositivi che definiscono e allo stesso tempo scandiscono lo spazio dell’opera. Tutto sembra quindi rispondere alla stessa attitudine a considerare l’oggetto in quanto tale, nella sua autonomia, assecondata contemporaneamente da un’esigenza estetica e da una necessità di studio e di analisi tipica dei ricercatori scientifici o dei collezionisti. […] Info: tel +39 051 6496653 fax +39 051 2193403 e-mail: ufficiostampaMAMbo@comune.bologna.it; www.museomorandi.it