Francesca Iovino [SCIATTO PRODUZIE]_laccio emostatico



Roma: composizione policentrica a moltiplicazione diffusa; sistema di traiettorie radiali per ambiti a concentrazione settoriale. In questo territorio a schema centripeto, le “linee di fuga” sono percorsi matrice che sollecitano collegamenti di interpolazione, di congiunzione circolare. L’impianto del raccordo anulare infatti, è dapprima canale di distribuzione periferica capace di intercettare arterie di ingresso alla città compatta. Un percorso infrastrutturale che circoscrive l’organismo urbano secondo due frazioni di corda, lungo la quota di installazione e dislocazione esistente, confondendosi nel traffico di una metropoli in piena espansione. Un anello ancora imperfetto, non ancora in grado di tracciare una circonferenza unica ed ancora insufficiente per inserirsi quale sistema di ripartizione distributiva. Piuttosto una configurazione infrastrutturale formata da porzioni di successive corde, di frammenti di un circuito che si dipana per l’attivazione di connessioni trasversali, immediate tra le differenti percorrenze radiali. Si tratta effettivamente di tracciato extraterritoriale per innesti verso l’interno, per diramazioni verso diversificati itinerari dentro la città.

Eppure, questo sistema di collegamento, di diffusione centripeta in collocazione suburbana, diviene presto tragitto unico di decentramento, congegno per confluenze bipolari istantanee, anello per diramazioni esterne e per settoriali immissioni interne. Abbandonata la quota complanare, il raccordo diviene parabola di concatenamenti e intersezioni, impianto continuo che taglia, distanzia, supera. Ovvero assume identità distinta: da contorno di delimitazione si trasforma, nell’espansione contemporanea, in dispositivo di attraversamento e circolazione, margine ormai labile per la collocazione di installazioni residenziali, perimetro a percorrenza veloce per sistemazioni commerciali, industriali, terziarie. Un canale che si stabilisce ora come apparato a concentrazione variabile, come area definita per sistemazioni specifiche, per configurazioni determinate a speculazione mista, ma anche come ambito per consumi istantanei, per incursioni temporanee di sosta.

Da percorso di congiunzione ad arteria di smistamento
Nel disordine di espansioni urbane e suburbane, si assiste ad una variazione di flusso e gravitazione nell’area del tracciato anulare. L’infrastruttura è sistema per direzioni specifiche, traiettoria di interscambio interno/esterno, o meglio congegno per dislocazioni continue, o passaggio di immissione e svincolo. La connessione trasversale, come la semplice distribuzione verso le consecutive rotte radiali, affianca attualmente dinamiche di fruizione immediata, di smistamenti continui.
Un percorso che accoglie inserimenti e congiunzioni verso diversificate spazialità interne, mentre ripartisce diramazioni extraterritoriali di prolungamento metropolitano. Nella incostante successione di concentrazioni specifiche di mercato, vengono individuate ulteriori zone di edilizia residenziale. La città nella sua dilatazione costruisce riempimenti successivi, impianti residenziali di collegamento ed estensione verso le installazioni esterne. Si tratta particolarmente di conurbazioni recenti o di prossima edificazione, talvolta addossate al sedime infrastrutturale, talvolta posizionate in territori di gravitazione prossimi a svincoli e snodi di raccordo. Quasi a voler definire un concreto legame interfacciale con la grande arteria di distribuzione.

Da territorio di impianto a catalizzatore di traffici
Il sistema del raccordo anulare, dunque, settorializza, nella sua progressione, teorie di spazialità urbane per ambiti consecutivi di mercato. La vasta e circolare area d’interesse alterna zone di rilevanza specifica, condensando sacche peculiari di traffico. In particolare si riconoscono bacini di attività controllate, ufficializzate, ma anche aree per usi spontanei e istantanei, capaci di costruire addensamenti in alternanza a scorrimenti veloci.
Dopo la collocazione di specifici comparti con specifiche funzioni, dopo il superamento del confine, del limite estremo di urbanizzazione, il dispositivo infrastrutturale sostiene caratteri di percorrenza che, continuando ad unire la traiettoria A con la traiettoria B, accoglie flussi metropolitani di attraversamento, come soste, scambi, snodi urbani di fruizione. Si confermano quindi, apparati particolari per una serie di sistemazioni endemiche: concentrazioni commerciali in area sud/est sud/ovest, estensioni a carattere industriale verso il versante est, o ancora installazioni direzionali per il settore di nord/ovest. Mentre sistemi residenziali di espansione suburbana si diffondono secondo modalità veloci di insediamento. Attraverso modelli di dilatazione metropolitana incentrati su pratiche di speculazione territoriale, particolarmente radicate nella vasta superficie di urbanizzazione romana, vengono ordinati successivi impianti abitativi, bolle extraconfine che sfruttano la vicinanza e la stretta dipendenza con il canale di traffico. Qui, l’affaccio diretto sul raccordo è dunque ricodificato come qualità di dislocamento, sistemazione strategica a ridosso del percorso di smistamento diretto.

Da circuito di intercettazioni a canale di marketing
Nello sviluppo circolare del raccordo quindi, si catalizzano intersezioni veicolari di traffico non più caratteristiche di sola diramazione infrastrutturale. Attualmente il sistema del circuito anulare si dipana nel territorio di espansione quale percorso per intercettazioni di prestabiliti e consolidati settori di mercato. All’individuazione di specifici ambiti di produzione economica infatti, segue una proliferazione di comparti territoriali, inseriti in corrispondenza di traiettorie e superfici, solcate da densi flussi di attraversamento. Partendo dall’introduzione di sistemi produttivi diversificati, la piattaforma di innesto viene intensificata dalla moltiplicazione di organismi abitativi, fino alla conformazione di sistemi multipli di speculazione edilizia, estensione diffusa della città odierna.
La dilatazione del territorio metropolitano romano individua successivi ambiti di sfruttamento territoriale secondo una progressione diffusa di decentramenti residenziali. Lungo le rotte di movimento extraurbano si disseminano consecutivi subsistemi per i quali vengono promossi, dalle indicazioni stesse del recente piano regolatore, bacini di riempimento, agglomerati satellitari posti in diretta connessione e concreta gravitazione con lo spazio del grande raccordo anulare. Si definiscono quindi complessi integrati decontestualizzati per un abitare ordinato secondo ristrette leggi di mercato e di marketing. La pubblicizzazione di un prodotto residenziale, incastonato entro spazialità definite da apparati commerciali o direzionali, diviene così il modello per fruizioni permanenti in area infrastrutturale. Qui, il valore di decentramento è imposto come qualità di vita controllata e conclusa nel margine finito di zone distaccate, separate, strutture metametropolitane programmate per costituirsi quali compagini architettoniche autoreferenziali.

Da tracciato extraurbano ad autostrada urbana
Analizzando le dinamiche di sviluppo metropolitano nelle sue costanti dilatazioni, si assiste ad una progressiva trasformazione delle valenze e delle caratteristiche emergenti del circuito anulare. Il valore di percorrenza suburbana, di collegamento diviene oggi sistema di attraversamento e ripartizione non più extraterritorio. Nell’organizzazione delle geografie attuali di intersezione e di impianto infrastrutturale, il tracciato del raccordo costituisce al contempo, limite finito per la compagine consolidata e snodo di interscambio per l’area di espansione. Una cintura stradale che circoscrive spazialità ponendosi non più come solco di confine, margine estremo di riconoscibilità territoriale, ma piuttosto come anello periferico di distribuzione urbana, nastro continuo per transiti interni verso le superfici di installazione contemporanea.
Lungo il suo dispiegarsi vengono successivamente collocati nuovi sistemi di gravitazione produttiva di mercato, architetture di fondazione per la costituzioni di territorialità destabilizzate da contesti urbani concreti, perchè programmate quali congegni infrastrutturali, composizione di elementi di snodo e tessuto d’impianto. Emergenze insediative dunque, che si concentrano in segmenti specifici del percorso, costituendo microspazialità di completamento, ricucitura, espansione. Ovvero ambiti di capitalizzazione, di concentrazione economica, capaci di sfruttare la diretta connessione con l’arteria di smistamento metropolitano, nonchè la posizione suburbana quale illusione di decentramento.
Così, concordemente alle regole del mercato globale, della variabilità delle offerte, della proliferazione di successivi ambiti di utilizzo e profitto, si assiste alla fecondazione di effettivi organismi infrastrutturali concatenati dal laccio emostatico del condotto anulare. Un addensarsi, un concentrarsi di nuovi comparti di pianificazione per una moltiplicazione di consecutive aree di speculazione edilizia, in un processo di espansione complesso, in quanto mescolanza di strutture di comunicazione e di svincolo combinate a reparti di produzione, siano essi commerciali, direzionali o abitativi.

[Francesca Iovino]

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