Brunetto De Batté_Girando nelle derive

Freddo, vento, quasi neve
È tempo d’inverno pieno
Quasi sotto Natale
Girovagando per le derive quasi lontano
da arabesche e deduttive pergole illuminanti…
un colpo di vento d’un tratto m’investe con una pioggia di cartacce
per caso una mi si appiccica
addosso
un foglio un po’
strano
una lettera!
Una letterina di Natale!

Caro Babbo Natale
Caro babbuccio
Non ce lo stiamo più a ciullare
Non meniamo più il torrone
Con regalini qua e là rendendo zucchero e miele il fiele…

LA CARTOLINA (press/Tletter) di Renato Nicolini
Architettura o rivoluzione?
Di fronte alla banlieu parigina in fiamme, ed al coprifuoco di Sarkozy, Le Corbusier avrebbe esclamato: “Architettura o rivoluzione!”. Forse il compito della pace sociale non può gravare l’architetto progettista, ma - al confronto - meno estetica più etica risulta, più che riduttivo, fuori tema. Nelle nostre periferie, qualità della vita e qualità architettonica risultano ugualmente assenti.

Stefano Benni debutta nel cartoon “i miei celestini nella banlieue”
Mauro Pirovano (da Gomorra IO, PERIFERICO PRIVILEGIATO) Là dove si spegne la città dove le strade si fanno più buie ed ostili dove s’intuisce l’odore dell’erba ma dove ancora non è campagna, la è la periferia!
Si, la periferia quel grigio confine che separa la civiltà dalla barbara selva, coi suoi palazzi enormi antiestetici e le ville in decadenza, già antiche dimore estive dei signori di città. La periferia, la parte di ogni città rimossa dalle guide turistiche, il paesaggio che non entra in nessun filmino delle vacanze e in nessuna cartolina, nascosta agli ospiti come gli stracci nello sgabuzzino di casa quasi fosse una vergogna o una colpa da cancellare. La periferia, sempre fuori da ogni progetto di restyling, fuori da ogni evento, mostra o manifestazione

Ho iniziato a interessarmi di periferie, ci vivo e lavoro avvicinando Carlo Doglio… che le rapportava all’esperienza siciliana della “fionda sicula” e ne faceva vedere
due entità con l’isola interna o il centro e l’isola dal mare interno, il contorno o bordo…
isole, arcipelaghi e non quartieri
Molti convegni, forum, ed altri scritti… non c’è più tempo di aspettare…
Qui in “PERIFERIA” - anche se sono il primo a sostenere /non chiamiamole più così perché è come dire e sostenere ancora il margine, il confine…/ ma non è più così è ora città diffusa… ma i problemi ci sono… nonostante gli sforzi di partecipazione assistenziale (sotto il profilo del mutuo appoggio) e purtroppo sono stati resi marginali nel tempo rispetto ad altro…/

Chiamiamola cintura della città o meglio ancora guardiamo tutta la città come la città contemporanea… e dove derive o spazi allotropi si diffondono a macchia di leopardo anche nel centro

Caro Babbo Natale
Certo fra poco i negozianti metteranno sparute luminarie e…

Si va a votare, si pagano tasse (e che tasse) ed i letamai tra discariche abusive & luoghi trasandati si espandono in ambiti dimenticati… e si moltiplicano
Qui in “PERIFERIA” siamo in attesa di segnali.
Le favole dei sociologi da Ferrarotti in poi ce l’hanno rotti
Vi ricordate “Arancia Meccanica quei luoghi delle New Towns presidiati da bande, quei luoghi bui…
Sono anni che si vive dimenticati (ogni anno a Natale come ad elezioni c’è un fenomeno di presenza…) o solo ricordati per grandi eventi di modificazione territoriali sfavorevoli a favore però di tutta la città (o meglio il centro)

In un proliferare di Supermercati dove innescano l’apparente nuova socializzazione dello spendi bene che così “sei contento e dici grazie”…

Meno male che vige un equilibrio autogestito da Don Camillo & Peppone ma questo il connettivo mentre l’ambiente staziona in una progressiva appropriazione privatistica ed il pubblico è sempre meno.

Al di là di geografie e mappature che indubbio andrebbero sviluppate (visto che in tutte le città le cartografie sulle cinture esterne hanno l’effetto pagine gialle/tuttocittà che si disperdono in macchie anonime…) ci vorrebbe di più…

Caro Babbo Natale dacci le cartografie delle dinamiche dei flussi, dei passi carrabili, delle strade, stradette e stradicciole…

Dacci una lettura del territorio con tensioni e lacune… e
non procediamo più per città per parti è roba vecchia, ora la città contemporanea è media (per dirla come Mc Luhan la città è il messaggio) un vero strumento del comunicare…

Di qui caro Babbetto ti chiediamo:
- strade con marciapiedi
- soprattutto marciapiedi praticabili (non salvaggenti) ed aree di pausa pubbliche
- piano progetto di illuminazione (e non solo stradale per auto)
- regolamentazione (aree ecologiche) dei depositi rifiuti
- piani progetto commerciali adeguati
- piano progetto del colore
- riprogettazione dei suoli e degli attacchi a terra degli edifici (pubblico/privato)
- piani progetto del traffico ed isoli pedonali
- servizi integrati come nodi e condensatori
- riscoperta dei valori artistici storico-monumentali anche contemporanei con la stessa segnaletica comunale (es. Nuova Gibellina)
- recupero dei quartieri sperimentali (INA CASA, IACP, GESCAL,…)
- recupero e gestione sorvegliata dei torrenti e parti di territorio demaniale
- diffusione culturale dei luoghi di cintura e presa di coscienza dei beni (es. Centro Storico /Bologna)
- informazione presso tutte le scuole di tutti gli ordini e grado dei beni ambientali - storici della propria città (dalle figurine Panini ai Laboratori Territoriali)
- progetti di riconversione e rimodellazione (es. francesi tipo L. Kroll)
- attivazione di orizzonti dell’immaginario (metaprogetti che permettono discussioni positive e propositive con partecipazione collettiva)
- la città vista come luogo di tutti e non solo per addetti ed intellettuali o dell’arroganza del potere
- città sognata & sognata città come fonte di identificazione di vivere in un luogo ed in quel luogo con rispetto…
- “la grande vacanza” mettiamo dei premi, dei soggiorni, dei tour… per le derive inventiamo dei giochi “senza frontiere”, “l’isola” dei famosi, il grande fratello… in questi luoghi… gli arcipelaghi urbani visti & vissuti come parchi luoghi della città contemporanea mediatica, in un realismo visionario policulturale…

Caro Babbo Natale
lontani sono gli “scritti corsari” di Pasolini, “il fabbricone” di Testori,
“i poveri son matti” o “miracolo a Milano” di Zavattini…
stiamo ancora aspettando i regali… mentre là e su qualcosa brucia
Qui insieme a Sanguineti, Guerrazzi, stiamo aspettando…
“castelli di rabbia”
“per cause imprecisate”
“il cielo è rosso”
“qualcosa che brucia”
“gli invisibili”
“le città invisibili”
“la zona immobile”
“l’incompleto”
“approssimato per difetto”
“fuoriscena”
“allegro con disperazione”
“dogana d’amore”
“la guerra del basilico”
“porci con le ali”
“ne giovani ne vecchi”
“il cielo addosso”
“la legge degli spazi bianchi”
“una cosa è una cosa”
“il coraggio del pettirosso”
“vogliamo tutto”

Il caso banlieues evidenzia una crisi: scomparsi i grandi maestri come Sartre, Derrida, Foucault… l’intelligenza ha abbandonato l’impegno politico… non si preoccupano più della realtà che li circonda…
La bellezza è ancora un parametro di misura ma attenti alle incursioni dell’arte speculativa che raschia ancora il barile per portarlo nel museo del centro.

[Brunetto De Batté]

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